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lunedì 23 novembre 2015

Colei che rende beati...

Beatrice è un nome proprio di persona italiano femminile. Deriva dal latino Beatrix.
Per Wikipedia Beatrix ha origine "da beatus, "beato". Era comune fra i primi cristiani in virtù del suo significato, cioè "colei che rende felici", "che dà beatitudine", riferito alla beatitudine celeste e dell'anima. Alcune fonti propongono una derivazione originaria da Viatrix, il femminile di Viator che significa "viaggiatore"; secondo tali fonti, il nome sarebbe stato alterato in Beatrix per assonanza a beatus, con cui non sarebbe però collegato. Anche Viator e Viatrix erano nomi comuni fra i cristiani, per il significato collegato al pellegrinaggio. I due nomi vengono spesso confusi, come avviene nel caso di santa Viatrice, nota anche come Beatrice.
In Italia il nome, diffuso in tutto il Paese, ha sempre goduto di una certa popolarità grazie alla fama di Beatrice Portinari, la donna amata da Dante, e in parte di Beatrice Cenci, alla cui triste vicenda furono dedicate numerose opere letterarie di vasta diffusione, e ancora grazie al prestigio di numerose regine e nobili.
Negli anni più recenti l'ISTAT ne attesta la presenza tra i nomi più popolari per le nuove nate, con una posizione in classifica che oscilla tra il 18º e il 22º posto, vale a dire intorno all'1% delle neonate. In Inghilterra la forma Beatrix divenne più rara nel Medioevo, ma ritornò in auge nel XIX secolo".

"Beatrice", la voce completa
su Wikipedia.
- su l'Enciclopedia dantesca, Treccani.


Curiosità
Esiste un corrispettivo maschile di Beatrice, ma si tratta di un nome comune usato solo eccezionalmente!
"beatóre
s.m. [der. di beare], letter. – Chi bea, chi rende beato. È di uso rarissimo; più com. il femm. Beatrice (v.)".

Che amore quello per Beatrice


Un sentito ringraziamento allo Zecchino d'oro per il video dedicato a Dante Alighieri e a Beatrice! Un video che può essere apprezzato da tutti senza riserve.

domenica 15 novembre 2015

Noi siamo con la Francia



La nostra solidarietà va a Parigi e alla Francia tutta, ma noi siamo per la pace e non per la guerra.

mercoledì 11 novembre 2015

Elogio della scuola. Io studio!




Cina. È sera e Li Yihang accompagna i suoi genitori al lavoro. Sono venditori ambulanti. Ma lui non perde tempo, non trova scuse per fuggire dalle sue responsabilità. Perciò approfitta della luce pubblica per studiare per strada, seduto sul marciapiede.

Su Repubblica.it.http://www.repubblica.it/esteri/2015/11/11/foto/cina_bambino_compiti_lampione-127115023/1/#1

venerdì 6 novembre 2015

Shakespeare VS Dolce Stil Novo

Dopo trecento anni circa, William Shakespeare, il celeberrimo bardo inglese, si permette di prendere in giro gli imitatori degli stilnovisti e quel genere di poesia che loda la donna angelicata utilizzando paragoni divenuti oramai obsoleti e ripetitivi, scrivendo un sonetto davvero divertente:


Sonetto 130, "My mistress’ eyes are nothing like the sun…"

Gli occhi della mia donna non sono come il sole; 
il corallo è più rosso del rosso delle sue labbra:
se la neve è bianca, allora il suo petto è grigio;
se i capelli sono filamenti, sulla sua testa crescono fili neri.

Ho visto rose damascate, e rosse, e bianche, 
ma non ne vedo sulle sue guance;
e in certe fragranze c’è più delizia
che nel suo fiato. 

Amo sentirla parlare, eppure so
che la musica ha un suono più lieto:
non ho mai visto camminare una dea

– la mia donna, quando cammina, calpesta il suolo:
ma, giuro, il mio amore è così raro
come raro è ciò che da falsi paragoni è sminuito.


Si tratta, in fondo, di vero amore.

Per approfondire:
lo strumento retorico usato è quello dell'ironia, così come ci spiega Andrea Tarabbia nell'articolo "L’ironia di Shakespeare e la sua fidanzata brutta".



giovedì 5 novembre 2015

"He named me Malala"


"Malala": un documentario da vedere... al cinema!



Trailer italiano del film documentario "Malala" – He Named Me Malala – 
incentrato sulla vita del premio Nobel Malala Yousafzai.

lunedì 2 novembre 2015

Voglio del ver la mia donna laudare


Io voglio del ver la mia donna laudare 
ed assembrarli la rosa e lo giglio: 
più che stella diana splende e pare, 
e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio. 

Verde river’ a lei rasembro a l’are, 
tutti color di fior’, giano e vermiglio, 
oro ed azzurro e ricche gioi per dare: 
medesmo Amor per lei rafina meglio. 

Passa per via adorna, e sì gentile 
ch’abassa orgoglio a cui dona salute, 
e fa ‘l de nostra fé se non la crede: 

e no ‘lle po’ apressare om che sia vile;
 ancor ve dirò c’ha maggior vertute: 
null’om po’ mal pensar fin che la vede.

Guido Guinizelli